Be Ya! è un’installazione per lo spazio aperto che ospita, nella stagione estiva, il YAP summer program presso il museo MAXXI di Roma.

Un’installazione effimera per uno spazio pubblico al tempo stesso finito e indefinito: cinque oggetti di grandi dimensioni si poggiano, come rovine di un paesaggio industriale contemporaneo, su un rilievo realizzato con detriti e scarti di materiali per la costruzione – un monte dei cocci fatto di mattoni, tegole e ceramiche – processati e ridotti a una grana di piccole dimensioni, dalla forte caratterizzazione materica e cromatica.

Se da un lato il progetto si caratterizza quindi per la riconoscibilità dei suoi elementi – il suolo, le maschere – dall’altro attua come dispositivo allestitivo privo di una destinazione funzionale univoca. Un allestimento fatto di oggetti, esplorabili, palpabili e godibili, empirico e non razionale, paratattico e non sintattico: le differenti dimensioni e inclinazioni delle cinque maschere ne suggeriscono utilizzi differenti, a seconda dei fruitori e del momento del giorno o della notte.

Le “maschere”, ispirate alla commedia teatrale italiana e in particolare ai personaggi di Ettore Petrolini, si convertono – al proprio interno – in morbidi interni, da cui si può osservare, distesi, seduti o appoggiati, lo spicchio di cielo delimitato dai volumi del museo e dalle alberature circostanti. Di notte le concavità delle maschere si trasformano, mediante un adeguato trattamento delle luci, in un paesaggio di grandi lune cadute a terra e, al tempo stesso, in scenografie e fondali per gli eventi estivi del museo.

La struttura delle maschere è realizzata in centine di legno tagliate a controllo numerico e assemblate in situ, ancorate a terra mediante piastre metalliche e bulloni e successivamente pannellate esternamente e rivestite internamente con poliuretano morbido applicato a spruzzo. La collocazione degli elementi rispetta le linee guida fornite dal museo in merito alla possibilità di forare i solai in corrispondenza dei soli riempimenti di ghiaia. L’installazione è pertanto assemblabile, disassemblabile e riutilizzabile previo rifacimento delle parti maggiormente soggette a usura.

 

Colmi, lazzi, scherzi, inezie,
stupidaggini, freddure.
cose serie oppur facezie
cose molle e cose dure.

Parodie, caricature,
canzonette, maltusiani,
prese in gir, corbellature
di cervelli poco sani.

Minestrone di sciocchezze,
sale e pepe, pepe e sale
miele, zucchero, amarezze,
ruzzoloni per le scale…

Passatismo, futurismo
d’ogni luogo e d’ogni età
buonumor, menefreghismo
e parole in libertà…

Ettore Petrolini (1884-1936)