La proposta intende i manufatti delle nuove stazioni di conversione della linea elettrica sottomarina Sardegna-Corsica-Italia come frammenti di un sistema più ampio, che risuona negli effetti di riflessione e distorsione in continuo movimento prodotti sulle facciate in lamiera specchiante.
In questo modo l’architettura declina fisicamente ciò che l’energia fa in modo astratto: pur essendo sempre la stessa, assume forme e sembianze ogni volta diverse a seconda del contesto in cui si trova ad agire. Non più recinti chiusi, ma centri di ricerca metaforicamente aperti, gli edifici sono schermi sui quali leggere i palinsesti del paesaggio e dell’energia.